giovedì 14 febbraio 2008

VIAGGIO NELLE FILIPPINE by Cips Vol.2


Seconda parte............Ordunque, dove eravamo rimasti?!Terminata la nostra avventura a Puerto Galera, ci imbarchiamo sul battello che ci avrebbe riportato a Batangas, zona della provincia a sud di Manila, dove è situato il porto che collega la capitale con il resto delle isole via mare.La traversata, come all'andata, è molto tranquilla e piacevole.Arrivati a Batangas, sbarchiamo, eseguiamo i soliti controlli di rito, sembra di essere in un aeroporto, ed usciamo, dove ad attenderci c'è il mio caro amico Amboy che ci riporterà alla nostra casuccia di Angeles.Da Batangas ad Angeles, se non c'è traffico sono 4 ore di macchina, con traffico sono 5.Per fortuna è lunedì mattina e qui la gente si è già mossa e quindi le strade sono piuttosto libere, anche se non si può dire che sono libere come lo sono da noi, per fare un esempio si dice che c'è poco traffico quando la città sembra milano o roma nell'ora di punta...ho visto anche quando ce n'è tanto, ci vogliono 2 ore per fare 5 km.Vabbè, torniamo a noi.Rientriamo ad Angeles, dove la sera stessa decidiamo di far visita al mio amico James, uno svizzero di 42 anni che li ci vive da 15 anni, che ho conosciuto in uno dei miei precedenti viaggi.Ora fa il capo sala in una "discoteca", mna è sempre lo stesso, cordiale, divertente e con lo stesso orribile gusto nel vestire. Ma tanto qui, per quanto ci si vesta male, non frega niente a nessuno, anzi, loro dicono "that's your style" cioè che hai uno stile, non si sa quale tipo di stile ma ce l'hai ed è tuo, insomma un po' diverso dall'italia, dove appena ti metti addosso qualcosa di diverso hai mille occhipuntati contro. Vabbè piccola divagazione, concludendo, la gente qui è più easy.Insomma raggiungiamo la disco di James ci sediamo, facciamo 2 chiacchere e quando ci rialziamo ci accorgiamo che siamo rimasti li 4 ore, abbiamo bevuto non poco, circa 7 birre a testa, pagato da bere a mezza disco con gnocche incluse, a Jamesa e abbiamo speso la bellezza di 10 euro a testa, insomma 20 euro per 14 birre, 6 cuba libre, e qualcosa come 8 intrugli vari. Ovviamente James non ci ha lasciato andare senza averci prima fatto assaggiare la sua ultima invenzione in fatto di intrugli.Uno shoot a base di rhum e liquore all'anice, non male come sapore, ma è una bomba.In ogni caso ci alziamo e dopo 4 ore altamente alcoliche torniamo a casa (non a mani vuote, ma questo lo sai solo tu caro il mio Gianma).Il giorno seguente, stanco dagli eccessi della sera prima, decido di concedermi un massaggio, mi reco quindi al Bunny Massage. Entro e vedo la prima massaggiatrice, che lascio volentieri al prode Enrico, insomma non era il mio tipo, un uomo travestito da donna o una donna che somigliava ad un uomo. Dopotutto anche l'occhio vuole la sua parte.Io attendo e la mia attesa viene premiata, una bella gnocca compare dal fonde le bugigattolo. ed è a lei che mi affido. Il massaggio è stato moooooolto soddisfacente anche se un po' doloroso alle volte (mani e piedi mi hanno fatto male per un giorno), però ho avuto la sensazione di non aver mai speso soldi in modo migliore, a parte per la playstation è ovvio.Ad Angeles rimaniamo 4 giorni, fino al giovedì successivo, dove, ancora con l'aiuto dell'amico fidato, Amboy, ci saremmo diretti a San Fernando La Union.La Union è la provincia in cui si trova San Fernando e si trova a nord di Angeles e Manila, a 3,5 ore di macchina, è considerata il paradiso dei surfisti, infatti da metà novembre a marzo non si trova un buco in qualsiasi hotel della zona.Essendoci svariate città, nelle filippine, che portano il nome San Fernando, per distinguerle una dall'altra, ci appiccicano la provincia di appartenenza, ad esempio una che ricordo al momento, è San Fernando Pampanga, a mezz'ora di macchina da Angeles, ma con niente di che da vedere e visitare in quanto è solo uno nodo di scambio autostradale e commerciale.A San Fernando La Union alloggiamo al Bali Hai Beach Resort, un albergo situato a pochi passi dal mare e con camere costituite da bungalow in legno, tutti muniti di frigo bar, letto matrimoniale, bagno grande, tv via cavo, aria condizionata, cassetta di sicurezza, zanzariere alle finestre, il tutto per la modica cifra di 850 pesos al giorno che equivalgono a 14 euro a notte.Il ristorante/bar è aperto 24 su 24 ed il servizio è molto cordiale e disponibile.C'è una piscina in riva la mare con acqua sempre pulita, è un posto splendido, adatto per rilassarsi, visto che è molto più tranquillo di Angeles o Puerto Galera.Inoltre è un buon punto di partenza per numerose gite in barca.Difatti il giorno successivo decidiamo di visitare la White Beach locale, sembra che ogni località abbia una White Beach nelle Filippine.In spiaggia incontro lo stesso barcaiolo che, 3 anni prima, mi aveva portato in giro per il mare, si ricordava ancora di me, come io di lui, e questo mi ha fatto molto piacere.Insomma, alle 10 di mattina ci imbarchiamo e dopo un'ora di navigazione con una loro tipica barca che qui si chaima Banka, raggiungiamo White Beach.Un'insenatura particolare, multicolore, con sabbia finissima di colore bianco quasi accecante, qualche scoglio di roccia lavica e a pochi passi dal mare una cosa mai vista, oltre la lingua di sabbia, un giardino in fiore, che ha trovato dimora sulla sabbia e tra le rocce, qui crescevano innumerevoli violette (almeno credo che lo fossero e qualcosa di simile a margeherite e fiori di vario genere).Il fondale è eccezionale, acqua trasparente che varia da un azzurro intenso ad un verde smeraldo, ora cpiamo perchè surfisti da ogni parte del mondo vengono qui a soggiornare per qualche mese.Il pomeriggio, al ritorno dalla gita, ci concediamo del sano riposo, dopo le fatiche della mattina, quanto eravamo stanchi, e dicidiamo di rilassarci in piscina a rimirare le bellezze locali.Il giorno seguente decidiamo di voler visitare il parco naturale delle 1000 isole, un piccolo arcipelago nel bel mezzo del mare. costituito da mille isolette, di diverse dimensioni, tutte di origine vulcanica. Alcune sono abitate o attrezzate con un ristorante, un punto di approdo o ed alloggi molto semplici per trascorrere la notte.Dunque la sera decidiamo se raggiungre le isole via barca o via bus.Con la barca ci vogliono 2 ore, con il bus ci dicono ce ne voglio 2,5 ad arrivare al porto, poi si prende il traghetto ei mezz'ora si può sbarcare su una delle isole.Quella sera si aggiunge a noi, per la gita del giorno successivo, un'amica, che ha paura dell'acqua equindi escludiamo la possibilità di andarci in barca e optiamo per l'autobus (domanda: ma questa che cazzo è venuta a fare alle filippine, che sono tutte isole, se ha paura dell'acqua? Credo non avrò mai una risposta).Insomma il giorno seguente ci alzaimo alle 8 e prendiamo il primo autobus, che ci deve portare alla tappa seguente dove avremmo cambiato bus, tempo trascorso 2 ore.Alle 10 di mattina siamo ancora per strada e di isole nemmeno l'ombra.Cambiamo autobus, questo ci doveva portare alla zona portuale, tempo sull'autobus 3 ore.Smontiamo che è l'una, incazzati come belvecon la commessa dell'agenzia turistica che ci aveva assicurato che ci vvolevano 2 ore solo per raggiungere il porto, ma che sarà mai aveva sbagliato solo di 3 ore.Ma ormai siamo li.Smontiamo, prendiamo un tricycle e in 10 minuti siamo al porto, qui incontriamo dei barcaioli, dopo alcune contrattazioni, troviamo l'accordo, gita di 2 ore verso le 1000 isole.Prima di salire però chiediamo che ci venga chiamato un van, afficnchè al ritorno postessimo tornare in auto e non in bus, considerato anche il fatto che dopo le 5 pm glia utobusa in servizio dimezzano e saremmo arrivati in albergo verso le mezzanotte, quindi abbiamo optato per farci chiamare il van (taxi).Insomma ci imbarchiamo e dopo una buona mezzora di navigazione raggiungiamo una delle isole, a vederla è una favola, ovviamente di barche di turisti ce ne sono altre, e quindi non siamo soli, addirittura c'è gente che si è portata la tenda e qui campeggerà per la notte..Lìisol è attrezzata con un riparo in caso piuttosto grande, di mal tempo, servizi igienici con docce, costantemente puliti, ed i percorsi sono stati scavati nella roccia, uno spettacolo.Purtroppo ormai si sta facendo scuro, per cui la nostra permanenza sull'isola dura solo un'oretta, una camminata sulla spiaggia di sabbia finissima, un bagnetto veloce (l'acqua è alla temperatura ideale) e via di nuovo in barca verso il porto.Arriviamo al porto che il sole è appena tramontato, però abbiamo potuto assistere ad un tramonto eccezionale, il sole che tramomtava in fronte a noi mentre solcavamo il mare a bordo della "nostra" banka, sembrava quasi che rincorressimo quella sfera arancione che poi invece è sparita all'orizzonte come inghiottita dal mare, lasciando posto alla sorella luna ed al mare di stelle nel cielo.Bello, bello, bello, bello, bello!Arrivati al porto, ci congediamo dai nostri nuovi amici, montiamo sul van, dopo una piccola contattazione, molto snervante per altro, e torniamo al Bali Hai. Tempo per il ritorno, 3 ore.Arrivati in albergo, andaimo subito dalla tizia dell'agenzia turistica a dirgliene 4, 5, 6, 7, 8.Comunque dopo poco, ci rendiamo conto che non vale la pena di incazzarsi più di tanto, dopotutto ha sbagliato di solo 3 ore, e che sarà mai? Siamo in un angolo di paradiso, decidiamo di rilassarci e tutto passa.Il giorno seguente è il giorno del rientro ad Angeles.Alle 7 di mattina, troviamo al parcheggio del Bali Hai, il fido e prode amico Amboy, che ci attende.Una veloce colazione, un caffè e via di nuovo in macchina.Ma oggi non rientreremo ad angeles prima delle 11 di sera.E qui vi chiederete: "e dove accidempolina siete andati dalle 7 di mattina?"Presto detto, sulla strada di ritono abbiamo deciso di fare una tappa fondamentale del nostro viaggio.Ossia la scalata del Pinatubo.Il Pinatubo è un vulcano, uno dei 3 principali delle Filippine ed è uno spettacolo, fin dal punto di partenza del Parco Naturale del Pinatubo.In questo paese ogni area verde diventa un Parco Naturale, protetto costantemente dall'esercito e curato in modo maniacale.Insomma il Pinatubo, dicevo, è un vulcano. E' molto famoso nel sud est asiatico, in quanto nel 1991 decise che era giunto il momento di far sentire la sua possente voce, ed erutto ininterrottamente per 4 giorni.La sfortuna volle che in quei giorni, passasse sulla zona, un potente tifone, che mischiato alla cenere eruttata dal vulcano, provocò una pioggia di fango, che qui ha un nome preciso "lahar".Il lahar venne scagliato anche a 100 km di distanza, imbiancando e sommergendo le zone interessate, la lava ricoprì raccolti, distrusse case e molte famiglie persero pure la vita.Fu un disastro. Tra l'altro sembra che l'eruzione del Pinatubo, provocò delle scosse telluriche e delle rotture sui fondali marini delle zone e paesi limitrofi, tanto che lo tsunami che investito la thaylandia qualche tempo fa. sembra riconducibile all'attività del Pinatubo. Almeno così dicono gli esperti.Se qualcuno volesse documentarsi sul Pinatubo, basta inserire Pinatubo in google ed il gioco è fatto.Ora la zona del parco naturale è una distesa di lahar compattato che funge da strada per i numerosi visitatori che muniti di jeep, moto, e di guida, la atraversano per arrivare alla base del vulcano, dove cominciare l'ascesa lungo i canaloni, un tempo percorsi creati dalla lava, per arrivare al cratere del vulcano, dove ad attenderci c'è uno spettacolo folgorante....E qui ti lascio sul più bellolettura.............................................................................................salutammo

mercoledì 6 febbraio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

VIAGGIO NELLE FILIPPINE By Cips Vol. 1




Cari Amici è con enorme piacere che vi presento questo resoconto di un viaggio nelle Filippine fatto dal nostro collaboratore , opiniosta e lettore Geom. Nori in arte Cips.


Ho deciso didividere in quattro parti questo racconto per darvi la possibilità a tutti voi di sognare serenamente attraverso queste righe....


Non mi resta che auguravi buon viaggio!!





Parte 1^.Mantengo la promessa, e con un discreto ritardo, ti mando un resoconto completo e dettagliato del nostro viaggio nelle Filippine.Ordunque cominciamo dall'inizio.Il giorno 24 agosto 2007, io ed il prode Enrico, ci dirigiamo all'agenzia viaggi per prenotare il biglietto aereo che ci avrebbe portato, a novembre, nelle Filippine.Biglietto arereo, andata e ritorno, con assicurazione bagaglio ed infortuni, con Fly Emirates, euro 840, non male se pesnsiamo che airfrance, lufthansa, klm, china air, philippine airlines, thay pacific e swiss air, partivano da una base di 870 euro senza assicurazione e con 3 scali.Con Fly Emirates, solo uno scalo intermedio, a Dubai, della durata di 5 ore, che ci ha permesso di darci un po' allo shopping. Ma andiamo con ordine.Prenotato ed acquistato il biglietto, non ci rimaneva che contare i giorni che ci separavano dalla partenza, prevista per il 4 novembre 2007 da venezia.Dopo una lunga attesa il fatidico giorno è arrivato, e con una grande eccitazuìione ci dirigiamo verso l'eroporto Marco Polo di Venezia.Arriviamo con 2 ore di anticipo, facciamo in check-in e ci mettiamo in attesa.Enrico, non essendo mai stato in asia mi riempie di domande fin da subito, a dire il vero era da 6 mesi che continuava a chiedersi come sarebbe stato, io gli rispondevo semplicemente "vedrai"!Insomma ci imbarchiamo e con puntualità sorprendente ci lasciamo l'italia alle spalle per volare verso dubai, dove arriviamo con ben 30 minuti di anticipo (altro che alitalia).L'aeroporto di Dubai è immenso, dentro fa un freddo cane (sono molto amanti dell'aria condizionata), fuori alle 7 di sera ci sono ben 30 gradi, io preferirei stare fuori ma non è consigliabile, con il volo a sole 5 ore di a distanza di tempo e l'aeroporto a 40 km dalla città decidiamo di mangiare qualcosa nella zona dei duty free e valutare qualcosa da poi comprare al nostro ritorno.Mangiamo, beviamo, il caffè fa cagare, i cessi invece hanno anche i rubinetti dorati (alcuni), e ci facciamo qualche cicca per ingannare l'attesa, nell'aposita zona fumatori, che è costituita da un mini bunker al centro di una zona di passaggio, chiusa ai lati e aperta sul soffitto, dove soffiano ininterrottamente gli aspiratori. Visto quanto sono avanti architettonicamente e tecnologicamente a Dubai, una cosa del genere mi è sembrata un po' un pugno in un ochhio.Nota importante: gli arabi puzzano da far schifo e le donne non sono poi così belle, le più gnocche o sono smisiate o sono straniere.Dopo 5 ore, saliamo sul nostro nuovo autobus dei cieli, quello che ci avrebbe portato a Manila.Bello, bello, bello, bello, bello.9 ore di volo, comodo, tranquillo, servizio eccellente, hostess gnocche, solo un po' freddino per via dell'aria condizionata, nel complesso ottimo volo.Alle 3 del pomeriggio, ora filippina (sono 7 ore in più rispetto all'italia/ 6 ore quando scatta l'ora legale o solare, boh...vabbè...quando si sposta l'orologio), smontiamo dall'areo e ad accoglierci c'è una bella temperatura di 35 gradi circa. La stagione delle piogge è appena finita e quindi siamo all'inizio della stagione secca. Bello, bello, bello, bello, bello.Nell'aeroporto di manila (a novembre) ci sono già i suonatori di benvenuto conciati come Babbo Natale...mah...ritiriamo i bagagli e ci dirigiamo verso l'uscita, dopo numerosi controlli riusciamo a vedere la luce del giorno, usciamo dai cancelli, e ad attendermi trovo il mio vecchio amico Kuya Amboy, mio amico ed autista fidato (non sognatevi mai di guidare nelle Filippine, non è il caso).Kuya è un po' invecchiato ma ho le stesso spirito di sempre, è una persona rara, sempre disponibile e non chiede mai nulla in cambio, solo amicizia, infatti dal mio ultimo viaggio, non abbiamo mai smesso di sentirci, proprio perchè è una persona speciale.In ogni caso, tra una chiacchera e l'altra ci mettiamo in macchina, ha sempre la stessa auto, avrà 20 anni ma va ancora avanti anzi va avanti molto bene e poi è ottima per guidare nel traffico filippino.Ci mettiamo solo 3 ore per attraversare Manila, visto che sapientemente, chi ha fatto le strade, ha pensato bene di piazzare l'aeroporto nella parte sud della città e l'autostrada nella parte nord, morale bisogna attraversare Manila che a qualsiasi ora ha un traffico oscen...sono poveri (rispetto a noi) ma hanno tutti una macchina e quelli che non ce l'hanno, hanno uno scooter o una bici o si muovono con i tricicle o i jeepney (tipici servizi di trasporto locali, il primo una moto con cabina, il secondo autobus variopinto colorato molto economico derivato dall'allungamento del semiasse di una jeep americana, per intenderci si immagini un renegade e lo si allunghi di 2/3 metri, ci si mettano dentro delle panche lungo i fianchi, lo si copra, si riempia di colori, scritte e amenicoli vari e si ha il jeepney).Ricapitolando, riusciamo a raggiungere l'autostrada econ altre 2 ore di viaggio e chiacchere con il buon vecchio caro amico Amboy, raggiungiamo Angeles City nella provincia di Pampanga.Qui troviamo sistemazione per la prima notte in albergo, il giorno successivo ci saremmo trasferiti in albergo.Angeles è un po' cambiata dall'ultima volta che l'ho vista, l'atmosfera è sempre la stessa, ma sono sorti nuovi complessi residenziali, nuovi alberghi, nuovi locali, è più colorata.In sè non è una gran bella città da visitare, anzi a dire il vero c'è molto poco (a parte i locali di cui sai benissimo e che ometterai nel mio racconto di viaggio), però è al centro di tutto, ha un aeroporto civile con destinazioni per tutto il sud est asiatico, di sera si trasforma e sicuramente non ci si annoia mai ad Angeles.E' molto frequentato da stranieri di ogni tipo, soprattutto americani, australiani e qualche inglese, ma italiani pochi, e questo mi piace, in quanto non mi piace andare all'estero e sentire parlare solo italiano (come invece spesso accade in Thailandia).Il cibo è ottimo e la cucina locale è deliziosa, in ogni caso per i meno curiosi dei piatti tipici qui c'è anche una vasta scelta di cucina internazionale.Io qui mi sento come a casa, sarà per questo motivo che ci torno sempre con piacere, e negli anni passati ho conosciuto anche parecchia gente che ci vive e lavora e con cui tuttora mi tengo in contatto e che mi fa sempre piacere rivedere tutte le volte che ci torno.Ma torniamo a noi.Il giorno seguente, prendiamo possesso dell'appartamento.Due stanze da letto, servizio, soggiorno, cucina, cortile, aria condizionata, tv via cavo, elettricità, acqua, completamente arredato, tutto compreso per la modica cifra di 150 euro per persona di un mese...un cazzo! E sti stava da dio!Decidiamo di passare una bella prima settimana ad Angeles, così da dare al prode Enrico il tempo di ambientarsi. Ci mette un paio di giorni, e poi sembra già un filippino.. Non so se sia un bene o un male, ma in vacanza va ben tutto, basta non spacare i maroni.La prima settimana trascorre tranquilla, tra battute, scherzi e divertimenti vari (tu sai a cosa mi riferisco).La settimana successiva decidiamo di recarci a Puerto Galera, a Sabang Beach, nell'isola di Mindoro, perla del Mar Cinese, paradiso dei sub, ricca di scogliere a picco sul mare e di fondali multicolori, spiagge bianche ed acque cristalline....un paradiso.Anche qui trovo un mio vecchio amico, Kuya Winner. Ricordo che era sempre ubriaco ma di una lealtà senza paragoni, l'unica cosa che mi dispiace è che non ho saputo amntenere una promessa che gli ho fatto (per cause esterne e non legate alla mia volontà), ma avrò sicuramente modo di rifarmi.La sera è come Angeles, divertimenti di vario genere a non finire, solo che qui c'è il mare e la gnocca, che c'è pure ad angeles, ma qui sono diverse e poi c'è anche gnocca straniera.Gli stranieri qui sono tantissimi, alcuni ci vivono (anche ad angeles se è per questo), ma qui l'atmosfera è diversa, sembra di essere in uno di quei film dove il protagonista trova casa in un angolo sperduto di mondo. Non so come spiegare, ma si sta benissimo, c'è il mare, c'è la gnocca e ci si diverte, cosa si può voler di più?!A puerto galera, faccimao numerose escursioni: visitiamo White Beach, La Laguna (uno spettacolo naturale), Tamarraw Falls (le cascate), Point View (dal quale si dominano le tre baie principali di sabang beach).Quest'isola, in passato è stata una fortezza militare degli Spagnoli, proprio per la sua tipica conformazione e la varietà di insenature era molto difendibile, Puerto Galera in Spagnolo significa Porto del Galeone.Però evidentemente non è stata poi così difendibile, quando gli americani alleati con le forze militari filippine, nel 1862, sono riuscita a scacciare gli Spagnoli, non solo da Puerto Galera ma da tutte le Filippine.Qui si conclude la prima parte del mio resoconto sul nostro viaggio nella Filippine....alla prossima puntata.